Dalle statistiche riguardanti l’utilizzo di Internet in Italia risulta che circa l’83% della popolazione del nostro Paese, nel 2021, utilizza correntemente internet. Sono disponibili però più connessioni mobile rispetto agli abitanti, stiamo parlando di oltre il 128%, circa 88 milioni di connessioni tramite smartphone. Possiamo quindi dire che il digital divide sia ormai un lontano ricordo? In realtà no, perché purtroppo questo fenomeno è ancora reale in varie zone del Paese.
Cos’è il digital divide
Il digital divide è quel fenomeno per cui nella nostra società sviluppata ci sono ancora persone che non sono in grado di utilizzare internet, o che sono impossibilitate a farlo. Si misura valutando diversi parametri, tra cui la velocità della rete disponibile, la capillarità della stessa e le abilità medie della popolazione. Nel nostro Paese il digital divide è ancora una realtà, per tanti fattori diversi; uno tra questi è la difficoltà per alcuni ad avere una rete internet a banda larga di qualità. Ci stiamo però evolvendo, più o meno rapidamente, considerando anche il fatto che alcuni fattori che determinano il digital divide sono difficili da scalfire. Uno tra questi è la disponibilità di una rete internet a banda larga ovunque nella penisola, anche se molto si sta facendo per ampliare tale opportunità. Oggi si può avere internet illimitato senza linea fissa quasi ovunque in Italia, un traguardo che solo pochi anni fa si pensava impossibile da raggiungere.
Un problema di età e di genere
Oltre al digital divide tecnologico sono indicatori di tale problematica anche l’età media delle persone e l’elevato numero di soggetti di genere femminile che non prende parte alla vita attiva. Purtroppo in Italia per entrambi questi attori i numeri sono elevati. Soprattutto per quanto riguarda il primo: vi è un profondo gap intergenerazionale, correlato al fatto che i soggetti anziani non sono avvezzi all’uso di internet; l’Italia è una tra le nazioni del mondo con un’età media più elevata, è chiaro che questo influenza negativamente la possibilità di ridurre il digital divide. Oltre a questo mostriamo un numero di donne inoccupate molto superiore rispetto alle percentuali di altri Paesi europei; anche questo è un preciso indicatore del digital divide, in quanto le persone non occupate più probabilmente non hanno accesso ad alcuni strumenti tecnologici.
Cosa si sta facendo in Italia
Il processo di digitalizzazione nel nostro Paese è ancora in ritardo, nonostante diversi sforzi effettuati nel corso del tempo. La pandemia da coronavirus ha dato un importante impulso alla digitalizzazione in diversi frangenti, soprattutto per quanto riguarda l’utilizzo di internet a scuola, nella pubblica amministrazione, negli enti privati. Questo ha però nei fatti mostrato ancora di più il divario già esistente prima, rispetto alle diverse problematiche già accennate poco sopra. All’atto pratico gli unici indicatori che hanno mostrato una certa ripresa rispetto al passato sono due: l’e-government e la connettività. Nel primo caso sono stati fatti passi avanti nell’implementare sistemi di digitalizzazione in area sanitaria, con l’utilizzo dei fascicoli sanitari elettronici e delle prescrizioni elettroniche. Per quanto riguarda invece la connettività gli investimenti proposti sono ingenti, si attende per l’effettiva realizzazione delle opere infrastrutturali previste.